Fontana di Borgo Cavour
borgo Camillo Benso Cavour, civ.15B
Tags
acquedotto, potabile
Coordinate posizione
45.667182
,
12.236315

POTABILE
Sita sul marciapiede nei pressi dell’ingresso del collegio vescovile Pio X, la fontana, in ghisa, poggia su un basamento a pianta quadrata su cui si erge un massiccio elemento di forma ottagonale dai profili semplici e puliti. Tale elemento è terminato da un corpo a coppa. Su un lato del basamento, si nota distintamente l’antica immagine del Comune, oggi stemma della Provincia di Treviso. L’acqua è erogata per mezzo di un pulsante da un becco in ghisa a forma di drago. La fontana, storicamente alimentata da pozzo artesiano, è stata collegata solo nel 1993 all’acquedotto comunale in quanto l’analisi chimica delle acque ha rilevato la presenza di ferro in quantità non adatte al consumo umano. Fin dai primi del novecento, peraltro, la qualità dell’acqua sgorgante da questo sito era stata messa in discussione dagli abitanti che lamentavano un fastidioso odore di solfidrico, nonostante la fontana pescasse abbondante acqua addirittura a 101 metri di profondità. La leggenda, inoltre, narra che il condottiero Cangrande della Scala (1291-1329), entrato vittorioso a Treviso il 18 luglio 1328, morisse dopo essersi abbeverato da tale fonte. In particolare, le cronache narrano che Cangrande, dopo mesi di violenta dissenteria, spirasse il 22 luglio 1329 “per avere bevuto acqua da una fonte velonosa”. Gli storici, nei secoli a seguire, hanno identificato nelle acque della fonte di Borgo Cavour la causa del decesso di Cangrande. Tale ipotesi è tuttavia stata definitivamente smentita nel 2004 quando, riesumato il cadavere mummificato del condottiero ghibellino, esaminato il contenuto intestinale ben conservato, si è concluso che “Cangrande fu intossicato dalla somministrazione orale di un infuso o decotto a base di camomilla, gelso e digitale” (Prof. Gino Fornaciari, Università di Pisa).
Dati dell'acqua registrati
Fonte dati: ATS | Alto Trevigiano Servizi | Servizio idrico integrato